Dietro le Quinte

Quando si osserva un bel tappeto si notano la trama, il gioco geometrico, i colori e di solito l’armonia data dalla fattura, dal lavoro artigianale. Si pensa dove potrebbe star bene nella nostra casa e mille altri pensieri girano per la nostra testa. Ma appena lo si gira si nota che il tappeto è una confusione di fili annodati con cura e non presenta per niente il gioco geometrico notato prima. Quindi il tappeto deve essere visto e posizionato da un solo verso. È stato costruito per mostrare una sola “faccia” di sé, quella più bella. Ma non può esistere senza l’altro lato che presenta fili annodati apparentemente in modo confuso, colori per niente armonici e nessuna geometria. La stessa cosa succede quando si organizza uno spettacolo, una gara, una manifestazione che ha un carattere corale. Quello che si vede non lascia trapelare tutto il lavoro che ci sta sotto. Il Giro delle Mura inizia mesi prima per organizzare la manifestazione. È un lavoro di tessitura per cercare gli sponsor, linfa vitale della manifestazione, di accordo tra le varie associazioni e di messa in opera di competenze organizzative non di poco conto. Collabora da tanto l’AIl, associazione che lotta contro le leucemie, che riveste un ruolo principale nella ristorazione dei giorni della manifestazione. Senza i Vigili del Fuoco sarebbe impossibile pensare di lavorare e tutti i volontari che ruotano attorno sono una forza della natura. La “squadretta” del nostro capo Secondo Girotto si è sempre più specializzata negli anni e tiene sotto controllo le operazioni più importanti della manifestazione. Tutti hanno un loro compito e concorrono per dare, sempre più, il volto più bello e luminoso alla manifestazione. Grazie a tutti.

La Città di Feltre

Da venticinque anni la Corsa podistica del Giro delle Mura si corre attorno alle mura cittadine di Feltre. Rendere omaggio a questa città è un atto dovuto per tanti e tanti motivi. Per prima cosa per la sua bellezza, le sue mura rinascimentali, i suoi palazzi dipinti, le tracce della storia che ci collegano con il nostro passato lontano, una continuità che permette di ritrovare la nostra identità, per non perderci in questo momento di vuoto. Una città, di fondazione romana con tracce pre-romane, che nel 1510 venne distrutta da un disastroso incendio e i suoi abitanti hanno saputo con pazienza e passione rialzarsi e dare alla città il più bel volto rinascimentale che ancora noi possiamo scorgere. Possiamo guardare la città come si fa con un’innamora- ta se con attenzione passeggiamo in via Mezzaterra, tra il Palazzo Crico con gli affreschi di Lorenzo Luzzo, il bellissimo portale con lunetta della Chiesa di San Giacomo, che rappresenta San Giacomo e San Vittore tra la Madonna con il Bambino, Palazzo Adovini Mezzanotte, Palazzo Muffoni e tanti altri splendori per giungere in piazza Maggiore. Tutto stupisce se cammini lungo la via guardando con occhi attenti e naso all’insù e si aprono davanti a te degli scorci inaspettati da lasciarti a bocca aperta. Feltre intesa come “piccola città di grandi uomini” così la definisce don Antonio Vecellio, studioso e conoscitore della storia di Feltre. Tra i grandi uomini vorrei citare Vittorino da Feltre, grande educa tore, che ha fatto di un intuito educativo la “Cà Gioiosa” una delle novità pedagogica e formative del 1400. Alla "Cà Gioiosa", presso la corte dei Gonzaga in Mantova, la giornata trascorreva in un insieme di attività, in cui lo studio si alternava alle pratiche sportive. Proprio in questo sta uno dei meriti più grandi di Vittorino: essere stato uno dei primi a concretizzare un tentativo armonico di sviluppo intellettivo e corporeo. Ecco il valore dello sport e del podismo in questo caso. Dobbiamo ringraziare tutte le amministrazioni della città che ci hanno permesso di svolgere negli anni quest’evento sportivo che perderebbe di senso svolto altrove. Senza un aiuto e un supporto da parte delle amministrazioni comunali la Gara del Giro delle Mura non si potrebbe fare. Invece da 25 anni a fine agosto ci ritroviamo a lavorare insieme per il più importante evento podistico del Veneto che quest’anno ha ottenuto anche il riconoscimento del Campionato Italiano di corsa su strada. Dobbiamo esprimere riconoscenza ai feltrini che partecipano, che sopportano comunque tutto quello che prevede la messa in opera di un evento. Da sempre i feltrini sono presenti a fine agosto e si sente il tifo, l’entusiasmo di condividere delle serate insieme, di festa. Un grazie alla città di Feltre, alla nostra Città, una città di corsa, che si rinnova attraversata e rivissuta da tanti piedi che amano correre e sognare. Un grande storico contemporaneo feltrino afferma che non puoi raccontare un posto senza averlo camminato, noi ci corriamo attorno perché qualcosa di questa bellissima città ci possa rimanere sulla pelle, sulle scarpe, nella testa oltre che nel cuore.

Quando la corsa è Donna

Di Daniela Todoverto

Sono più di una ventina le atlete iscritte al Giro delle Mura che ogni giorno si allenano nel Feltrino. Se ti capita di percorrere via Valentine, di certo, ti imbatti in un gruppetto di donne che si allena, “ciacola”, sta in mezzo alla strada, magari anche in pieno sole di luglio, perché la corsa è diventata una necessità, direi, un “bisogno”. “Perché corri, così tanto?” spesso ti chiedono. Ciascuno di noi ha mille motivi diversi per correre.

Chi lo fa per sfogare qualche tensione, chi per spirito competitivo, la maggior parte delle donne nella speranza di perdere qualche chilo di troppo, sempre pensando alla prova costume di ogni anno. Di certo praticando un’attività sportiva in modo continuativo si aumenta il metabolismo basale e il tono muscolare, a distanza di poche settimane di attività, diventa migliore, aumentando la resistenza e la flessibilità. La corsa è inoltre uno sport economico, con l’investimento iniziale più oneroso di un paio di scarpe, e in più si può correre in qualsiasi posto e in qualsiasi momento: non c’è orario di apertura e chiusura e per le donne che hanno famiglia e figli costituisce un grande vantaggio. E la fatica degli allenamenti, dell’organizzare la giornata inserendo l’ora e mezza di corsa nel piano giornaliero di lavoro e di famiglia? La fatica si supera con l’aiuto dell’amica o delle compagne di corsa, conversando, sostenendosi a vicenda, perché la corsa è anche un modo per stare insieme, per coltivare un’amicizia, per aggiornarsi su ciò che accade a chi ti sta vicino, per essere partecipe ad un pezzo di vita dell’altro. Qualche volta è bello correre anche da soli per permettere ai pensieri di dipanarsi, riflettere e meditare. Spesso si sente avvicinare la meditazione alla corsa, un rapporto molto interessante che andrebbe approfondito. Non c’è istante della nostra vita in cui la nostra mente sia ferma. Se stiamo mangiando, cucinando, guardando qualcosa, poco importa: parliamo o pensiamo, ma siamo sempre “dentro” i pensieri, soprattutto le donne che devono fare e pensare più cose nello stesso momento. Tutto ciò ci porta altrove rispetto a dove veramente siamo. Anche quando corriamo pensiamo a cosa dobbiamo fare dopo magari per cena, polenta e schiz, oppure delle crépe al formaggio, che tanto ci piacciono, alle parole che ci hanno infastidito, agli impegni del giorno seguente; ma dopo un po’, quaranta minuti di corsa circa, la mente si distende e lascia spazio alle sensazioni del corpo e il paesaggio che ti sta intorno prende finalmente vita, e noi ci sentiamo parte di un tutto. Ecco il benessere! Un senso di libertà, di star bene che nessuno ci può togliere: “una stanza tutta per sé”! Forse questo ricercano veramente le donne che corrono, per le quali la corsa diventa uno stile di vita, un tempo da dedicare al proprio corpo, alle riflessioni, allo stare insieme. Ritrovare quindi il senso più puro della corsa: la gioia di sentire le gambe che girano facili, l’emozione di un ritmo sostenuto che non avevamo mai tenuto prima, la bellezza di un paesaggio visto con occhi diversi, il cogliere l’altezza del nostro pensiero più puro che va da solo. Che bellezza!!! Eccole quindi le donne: Maria, Laura, Viviana, Paola, Michela, Camilla, Nadia, Maria Vittoria, Paola, Emanuela, Elena, Fausta, Mara, Magali e Fernanda, donna straordinaria, che ha corso ben 52 maratone, e tante altre donne che corrono con passione, con grinta…
E allora mille ripetute, corsa al campo, salite sul viale alberato di Cart, risate, cene, mezzo fondo per le atlete che in questi giorni si stanno allenando per il grande evento del Giro delle Mura, il percorso cittadino tanto atteso che ogni anno vede impegnati i molti atleti e le tante donne che corrono “con il cuore nelle scarpe”.