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Gabriele De Nard, sfidando la pioggia, vince la quarta edizione della Feltre Urban Trail. Tra le donne domina Eva Vignandel. Oltre 700 “urban trailer” hanno tagliato il traguardo sotto le mura di Feltre.

Le previsioni lo avevano annunciato, venerdì dal tardo pomeriggio su Feltre pioverà e ci potranno essere forti temporali, e così è stato. Infatti la quarta edizione dell’Urban Trail è stata caratterizzata dalla pioggia che nella seconda parte di gara, ha un po' rovinato la serata che anticipava la trentesima edizione del Giro delle Mura. Tutti i volontari e i Vigili del Fuoco, coordinati da Gian Pietro Slongo, presidente dell’Associazione Giro delle Mura, sono stati costretti agli straordinari per gestire al meglio una situazione critica.
Il lungo serpentone di “urban trailer” è partito ieri sera alle ore 20 da Campo Giorgio, anticipando di dodici ore le partenze del Giro delle Mura che saranno date sotto il medesimo arco. Un percorso rivisto e migliorato di 9 chilometri ha fatto vedere agli oltre 700 partecipati, suddivisi nella gara competitiva e nella camminata, una Feltre insolita, affascinante che addirittura molti feltrini non avevano ancora scoperto.
Gabriele De Nard, ha dominato sin dalle prime fasi la gara, nessun problema per lui adattarsi ai vari fondi stradali che il percorso prevedeva. Pavé, asfalto, e sterrato illuminati dal fascio di luce della lampada frontale. De Nard, bissando il successo dello scorso anno, ha chiuso la propria gara con il tempo di 36’22’’, alle sue spalle Francesco Moretto e Lucio Sacchet che hanno fermato il cronometro rispettivamente in 36’26’’ e 36’37’’. 
In campo femminile Eva Vignandel ha vinto la quarta edizione della Feltre Urban Trail con il tempo di 43’09’’ davanti a Lara Comiotto e a Federica Schievenin, vincitrice della scorsa edizione. Il tempo della Comiotto è di 43’14’’, mentre Schievenin ha chiuso in 43’19’’.
Nel tardo pomeriggio di sabato e precisamente alle 18 prenderanno il via le gare della 30^ edizione del Giro delle Mura. A Feltre correranno gli Amatori e  i Master per il Trofeo Lattebusche, i Vigili del Fuoco si contenderanno il titolo europeo del Trofeo Chateaux d’Ax, e i ragazzi del Miglio dei Comuni si daranno battaglia per aggiudicarsi il Trofeo Sportful. L’adrenalina sarà al massimo quando i protagonisti della Seven Laps, staffetta mista sui 400 metri, correranno sul pavé di Feltre in occasione del Trofeo Famila. I top runners daranno spettacolo lungo i 10 chilometri correndo l’ultima gara in programma: il 28° Giro delle Mura, Trofeo Cassa Rurale Valli del Primiero e Vanoi.

Questa mattina a Belluno, nella sede della Provincia, Gian Pietro Slongo per l’Associazione Giro delle Mura, il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Girolamo Fiandra Bentivoglio, insieme a Franco Magrin per il Gruppo Sportivo dei Vigili del Fuoco e a Davide Giozzet in rappresentanza della Sport ASSI hanno presentato l’iniziativa “Mura Solidali”. Alla presentazione hanno salutato gli ospiti presenti, il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin, il presidente provinciale del Coni, Luciano Trevisson, Enrico De Bona del Comune di Ponte nelle Alpi e l’assessore del Comune di Lamon, Mariuccia Resentera.
L’iniziativa nata nel 2017 per supportare le realtà sportive di Amatrice, all’indomani del terremoto, quest’anno sarà a favore di “Dolomiti Orizzonte Paralimpico”.
L’Associazione Giro delle Mura e i Vigili del Fuoco sono da sempre molto vicini al mondo del volontariato, anche in occasione della trentesima edizione, i ricavati della cena che venerdì sera anticiperà il via del Giro delle Mura del giorno successivo, saranno devoluti per supportare il progetto “Dolomiti Orizzonte Paralimpico”.
Il progetto, fortemente voluto da Oscar De Pellegrin, ideato dall’ASSI Onlus (Associazione Sociale Sportiva Invalidi) e dalla Sport ASSI, ha lo scopo di rendere lo sport paralimpico un’opportunità reale, concreta, diffusa e partecipata nell’intera provincia.
Il traguardo da raggiungere è ben definito. E orientato alla partecipazione di almeno un atleta bellunese alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. Sì, un traguardo ambizioso, ma tutt’altro che utopistico. Specialmente se rafforzato dal binomio con il Giro delle Mura, in un ideale filo rosso che lega il mondo del podismo a quello paralimpico.
Per dare forma e sostanza al progetto, è necessario individuare e puntare su alcune discipline mirate, già concretamente praticabili o adatte per essere sviluppate sul nostro territorio. Andranno poi potenziate le collaborazioni con gli istituti scolastici, l’Unità Operativa di Fisiatria e Riabilitazione dell’ULSS 1 Dolomiti e il Centro di riabilitazione di Lamon. Ma l’elemento forte e centrale riguarda la creazione di un Centro di riferimento per l’avvio all’attività sportiva paralimpica, creato ad hoc con lo scopo di coinvolgere a 360 gradi la persona con disabilità nel percorso di avvicinamento allo sport.
In concreto, il Centro si occuperà di capire le reali possibilità dell’atleta e quali discipline sono effettivamente praticabili. Fornirà poi un concreto supporto allo svolgimento dell’attività, grazie a una serie di contatti con le altre realtà presenti sul territorio. E si occuperà di individuare gli ausiliadatti, oltre a organizzare prove e test pratici, con tecnici specializzati e in collaborazione con le Federazioni. Non mancherà, infine, il sostegno e l’affiancamento costante da parte di uno psicologo e di allenatori specializzati.

Quando si osserva un bel tappeto si notano la trama, il gioco geometrico, i colori e di solito l’armonia data dalla fattura, dal lavoro artigianale. Si pensa dove potrebbe star bene nella nostra casa e mille altri pensieri girano per la nostra testa. Ma appena lo si gira si nota che il tappeto è una confusione di fili annodati con cura e non presenta per niente il gioco geometrico notato prima. Quindi il tappeto deve essere visto e posizionato da un solo verso. È stato costruito per mostrare una sola “faccia” di sé, quella più bella. Ma non può esistere senza l’altro lato che presenta fili annodati apparentemente in modo confuso, colori per niente armonici e nessuna geometria. La stessa cosa succede quando si organizza uno spettacolo, una gara, una manifestazione che ha un carattere corale. Quello che si vede non lascia trapelare tutto il lavoro che ci sta sotto. Il Giro delle Mura inizia mesi prima per organizzare la manifestazione. È un lavoro di tessitura per cercare gli sponsor, linfa vitale della manifestazione, di accordo tra le varie associazioni e di messa in opera di competenze organizzative non di poco conto. Collabora da tanto l’AIl, associazione che lotta contro le leucemie, che riveste un ruolo principale nella ristorazione dei giorni della manifestazione. Senza i Vigili del Fuoco sarebbe impossibile pensare di lavorare e tutti i volontari che ruotano attorno sono una forza della natura. La “squadretta” del nostro capo Secondo Girotto si è sempre più specializzata negli anni e tiene sotto controllo le operazioni più importanti della manifestazione. Tutti hanno un loro compito e concorrono per dare, sempre più, il volto più bello e luminoso alla manifestazione. Grazie a tutti.

Da venticinque anni la Corsa podistica del Giro delle Mura si corre attorno alle mura cittadine di Feltre. Rendere omaggio a questa città è un atto dovuto per tanti e tanti motivi. Per prima cosa per la sua bellezza, le sue mura rinascimentali, i suoi palazzi dipinti, le tracce della storia che ci collegano con il nostro passato lontano, una continuità che permette di ritrovare la nostra identità, per non perderci in questo momento di vuoto. Una città, di fondazione romana con tracce pre-romane, che nel 1510 venne distrutta da un disastroso incendio e i suoi abitanti hanno saputo con pazienza e passione rialzarsi e dare alla città il più bel volto rinascimentale che ancora noi possiamo scorgere. Possiamo guardare la città come si fa con un’innamora- ta se con attenzione passeggiamo in via Mezzaterra, tra il Palazzo Crico con gli affreschi di Lorenzo Luzzo, il bellissimo portale con lunetta della Chiesa di San Giacomo, che rappresenta San Giacomo e San Vittore tra la Madonna con il Bambino, Palazzo Adovini Mezzanotte, Palazzo Muffoni e tanti altri splendori per giungere in piazza Maggiore. Tutto stupisce se cammini lungo la via guardando con occhi attenti e naso all’insù e si aprono davanti a te degli scorci inaspettati da lasciarti a bocca aperta. Feltre intesa come “piccola città di grandi uomini” così la definisce don Antonio Vecellio, studioso e conoscitore della storia di Feltre. Tra i grandi uomini vorrei citare Vittorino da Feltre, grande educa tore, che ha fatto di un intuito educativo la “Cà Gioiosa” una delle novità pedagogica e formative del 1400. Alla "Cà Gioiosa", presso la corte dei Gonzaga in Mantova, la giornata trascorreva in un insieme di attività, in cui lo studio si alternava alle pratiche sportive. Proprio in questo sta uno dei meriti più grandi di Vittorino: essere stato uno dei primi a concretizzare un tentativo armonico di sviluppo intellettivo e corporeo. Ecco il valore dello sport e del podismo in questo caso. Dobbiamo ringraziare tutte le amministrazioni della città che ci hanno permesso di svolgere negli anni quest’evento sportivo che perderebbe di senso svolto altrove. Senza un aiuto e un supporto da parte delle amministrazioni comunali la Gara del Giro delle Mura non si potrebbe fare. Invece da 25 anni a fine agosto ci ritroviamo a lavorare insieme per il più importante evento podistico del Veneto che quest’anno ha ottenuto anche il riconoscimento del Campionato Italiano di corsa su strada. Dobbiamo esprimere riconoscenza ai feltrini che partecipano, che sopportano comunque tutto quello che prevede la messa in opera di un evento. Da sempre i feltrini sono presenti a fine agosto e si sente il tifo, l’entusiasmo di condividere delle serate insieme, di festa. Un grazie alla città di Feltre, alla nostra Città, una città di corsa, che si rinnova attraversata e rivissuta da tanti piedi che amano correre e sognare. Un grande storico contemporaneo feltrino afferma che non puoi raccontare un posto senza averlo camminato, noi ci corriamo attorno perché qualcosa di questa bellissima città ci possa rimanere sulla pelle, sulle scarpe, nella testa oltre che nel cuore.

Di Daniela Todoverto

Sono più di una ventina le atlete iscritte al Giro delle Mura che ogni giorno si allenano nel Feltrino. Se ti capita di percorrere via Valentine, di certo, ti imbatti in un gruppetto di donne che si allena, “ciacola”, sta in mezzo alla strada, magari anche in pieno sole di luglio, perché la corsa è diventata una necessità, direi, un “bisogno”. “Perché corri, così tanto?” spesso ti chiedono. Ciascuno di noi ha mille motivi diversi per correre.

Chi lo fa per sfogare qualche tensione, chi per spirito competitivo, la maggior parte delle donne nella speranza di perdere qualche chilo di troppo, sempre pensando alla prova costume di ogni anno. Di certo praticando un’attività sportiva in modo continuativo si aumenta il metabolismo basale e il tono muscolare, a distanza di poche settimane di attività, diventa migliore, aumentando la resistenza e la flessibilità. La corsa è inoltre uno sport economico, con l’investimento iniziale più oneroso di un paio di scarpe, e in più si può correre in qualsiasi posto e in qualsiasi momento: non c’è orario di apertura e chiusura e per le donne che hanno famiglia e figli costituisce un grande vantaggio. E la fatica degli allenamenti, dell’organizzare la giornata inserendo l’ora e mezza di corsa nel piano giornaliero di lavoro e di famiglia? La fatica si supera con l’aiuto dell’amica o delle compagne di corsa, conversando, sostenendosi a vicenda, perché la corsa è anche un modo per stare insieme, per coltivare un’amicizia, per aggiornarsi su ciò che accade a chi ti sta vicino, per essere partecipe ad un pezzo di vita dell’altro. Qualche volta è bello correre anche da soli per permettere ai pensieri di dipanarsi, riflettere e meditare. Spesso si sente avvicinare la meditazione alla corsa, un rapporto molto interessante che andrebbe approfondito. Non c’è istante della nostra vita in cui la nostra mente sia ferma. Se stiamo mangiando, cucinando, guardando qualcosa, poco importa: parliamo o pensiamo, ma siamo sempre “dentro” i pensieri, soprattutto le donne che devono fare e pensare più cose nello stesso momento. Tutto ciò ci porta altrove rispetto a dove veramente siamo. Anche quando corriamo pensiamo a cosa dobbiamo fare dopo magari per cena, polenta e schiz, oppure delle crépe al formaggio, che tanto ci piacciono, alle parole che ci hanno infastidito, agli impegni del giorno seguente; ma dopo un po’, quaranta minuti di corsa circa, la mente si distende e lascia spazio alle sensazioni del corpo e il paesaggio che ti sta intorno prende finalmente vita, e noi ci sentiamo parte di un tutto. Ecco il benessere! Un senso di libertà, di star bene che nessuno ci può togliere: “una stanza tutta per sé”! Forse questo ricercano veramente le donne che corrono, per le quali la corsa diventa uno stile di vita, un tempo da dedicare al proprio corpo, alle riflessioni, allo stare insieme. Ritrovare quindi il senso più puro della corsa: la gioia di sentire le gambe che girano facili, l’emozione di un ritmo sostenuto che non avevamo mai tenuto prima, la bellezza di un paesaggio visto con occhi diversi, il cogliere l’altezza del nostro pensiero più puro che va da solo. Che bellezza!!! Eccole quindi le donne: Maria, Laura, Viviana, Paola, Michela, Camilla, Nadia, Maria Vittoria, Paola, Emanuela, Elena, Fausta, Mara, Magali e Fernanda, donna straordinaria, che ha corso ben 52 maratone, e tante altre donne che corrono con passione, con grinta…
E allora mille ripetute, corsa al campo, salite sul viale alberato di Cart, risate, cene, mezzo fondo per le atlete che in questi giorni si stanno allenando per il grande evento del Giro delle Mura, il percorso cittadino tanto atteso che ogni anno vede impegnati i molti atleti e le tante donne che corrono “con il cuore nelle scarpe”.

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